Definiamo la "speed reserve"

Molto spesso ci viene chiesto per quale motivo poniamo così tanta enfasi sull’allenamento della velocità e se davvero questo può dare così tanto vantaggio ai nostri atleti.

Prendiamo come esempio il test della bench press dell’NFL combine: l’obiettivo è quello di sollevare 225 libbre (100 Kg circa) il maggior numero di volte possibile. Se il massimale della mia panca fosse 110 Kg, riuscirei a completare molte meno ripetizioni e con molta più fatica rispetto che se il mio massimale fosse di 150 Kg.

Se applichiamo lo stesso principio alla velocità, “più sarò in grado di migliorare la velocità, maggiore sarà la mia abilità di correre a velocità sub-massimali per più tempo.” cit. Derek Hansen

Ecco un altro esempio: se la mia velocità massima è di 10.9 m/s, l’80% di questa velocità sarà 8.7 m/s; se miglioro la mia velocità portandola a 11.8 m/s, a questo punto l’80% di questa sarà 9.4 m/s.

In questo caso, come evidenziato in precedenza, sarò in grado di esprimere una velocità sub-massimale più elevata ad un costo metabolico inferiore rispetto al periodo precedente l’allenamento (anche questo aspetto ricopre molto interesse quando parliamo di “conditioning” e dell’efficacia o meno dell’allenamento lento su lunghe distanze).

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